Francesco Maria DE BENEDICTIS
L'illustre sconosciuto.
Francesco Maria DE BENEDICTIS è una delle figure di spicco del panorama
culturale abruzzese del XIX secolo.
Nato a Guardiagrele nel 1800 da Filisdeo e Concetta Di Sciascio fu
allievo del famoso pittore locale nativo anch'egli di Guardiagrele
sebbene molto noto a Roma e Napoli, Niccolò RANIERI (1749-1850).
Il nome paterno riconduce facilmente e con tutta probabilità alle
origini ebraiche. Ipotesi non da screditare visti numerosi insediamenti
semitici nella nostra regione soprattutto agli inizi del Quattrocento.
L'incontro tra De Benedictis ed il suo maestro avvenne nel primo
decennio del secolo, quando questi, adolescente venne inviato a studiare
in uno dei collegi della città.
In tale collegio Ranieri deteneva la cattedra di disegno ed è pensabile
che il maestro abbia trasmesso all'allievo oltre alla passione per
l'arte anche l'avversione per il regime Napoleonico, essendo
quest'ultimo filoborbonico. Conobbe personalità artistiche di spicco
tra i quali l'architetto Federico Ferrari ed il più famoso scultore di
Manoppello, Santarelli.
Il lavoro di De Benedictis si svolse per la maggiore nei piccoli centri
del chietino, essendo riservate le città alle personalità artistiche
provenienti dalla capitale del Regno.
Non si posseggono particolari biografici meticolosi è questa deficenza
fa del pittore guardiese un illustre sconosciuto, un artista senza
storia dell'età romantica (Lorenzo Lorenzi, Firenze).
Le tracce che egli ha lasciato alla storia, quasi tutte tele a soggetto
sacro, costituiscono il documento biografico primario su cui progettare
una seria analisi stilistica e attributiva volta a definire il suo
personale approccio al gusto pittorico.
La sua linea di sviluppo parte dalla mera imitazione del suo maestro ed
arriva ad esiti originali contrassegnati tanto da afflati barocchi di
marca napoletana quanto da un calibrato classicismo influenzato dalle
esperienze napoletane maturate nella prima del '700.
Luca Giordano e Francesco Salimbena furono i modelli verso i quali egli
si mostrò sempre attento: attenzione determinata dalla presenza in
Abruzzo di un folto gruppo di decoratori attardati che veicolava
quest'arte. Ma la cultura figurativa del pittore guardiese travalicò i
confini partenopei proiettandosi verso la pittura fiorentina
rinascimentale e al tempo stesso al fiore più puro del barocco
italiano: Guido Reni. Nell'esame stilistico-iconografico l'operato di De
Benedictis si distingue in quattro momenti fondamentali:
-1: nella giovane età segue lo stile del suo maestro Niccolò Ranieri;
-2: interessamento al barocco napoletano, eliminando così nella sua
pittura i modelli privi di Pathòs;
-3: a metà del secolo, e quindi in età matura, abbraccia la linea
sperimentale proposta dal neonato movimento classicista, espresso nella
volontà di misurarsi con i grandi autori italiani (in particolare
Leonardo Da Vinci. Confrontare "L'Ultima Cena: Villa S. Maria-
Chiesa di San Nicola di Bari, 1844)arrivando persino alla riproposizione
di iconografie tardo gotiche;
-4: piena maturità artistica, che coincide logicamente con l'ultimo
periodo della sua esistenza (1860-1870 ca), caratterizzato da un deciso
ritorno al tardo barocco napoletano, sua vera specialità (confronta
"L'Adorazione dei Magi": Villa S.Maria- Chiesa di S.Maria in
Basilica, 1870).
Alessandro Sabatini
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