Descrizione e ubicazione delle opere fondamentali.
LA TRIADE BIBLICA
(Chiesa di San Nicola
di Bari, 1844)
Ciclo composto da tre tele esprimenti un gusto scenografico con
volumetrie monumentali e scultoree, proiettate su imponenti
architetture. I grandi maestri del passato sono i modelli diretti
dell'artista.
1- ULTIMA CENA (olio su tela, 330 x 342 cm)
Citazione omonima dell'opera leonardesca, sia nello schema compositivo
che nei gesti e i movimenti degli apostoli.
Occupa la parete di fondo dell'abside, al di sopra dell'altare maggiore,
l'altare del Sacrificio Eucaristico, dove si rinnova durante la
celebrazione della S.Messa, la Coena Domini.
Particolare esemplare che differisce dall'emulazione leonardesca è il
soffitto a cassettoni, tipico esempio di decorazione domestica di metà
ottocento. Di grande suggestione le due porte aperte ai lati della
stanza: l'una alla destra del Cristo, luminosa; l'altra al lato opposto,
velata di tenebra. Da notare il misterioso volto di Giuda nell'atto di
prendere il pane insieme al Messia.
2- PRESENTAZIONE DI GESU' AL TEMPIO (olio su tela, 330 x 342 cm)
In questa opera si manifesta la solennità del rito, l'attesa, il
presagio dei futuri avvenimenti; tutto è quieto, velato di staticità,
armonico, misurato. Lo sguardo della Vergine sembra quasi posarsi sulla
statua di putto che funge da sostegno all'altare al di sotto del
candelabro a sette braccia. L'Angelo sembra tenere strette le mani al
petto allo scambio di sguardi con la Vergine. E' questo il terribile
monito: "e a te o donna, una spada trafiggerà il cuore." La
serenità di Simeone con il Salvatore adagiato fra le braccia esprime il
senso della completezza: "ora lascia o Signore che il tuo servo
vada in pace!"
3- CRISTO CACCIA I MERCANTI DAL TEMPIO
(olio su tela, 330 x 342 cm)
A differenza del dipinto precedente il panorama di quest'ultimo appare
dinamico. E' concitazione di gesti che rompono l'immobilità del luogo
sacro anche se il movimento non è originato dall'intimo dei pesonaggi
che restano inespressivi. Lo schema compositivo e le soluzioni formali
riconducono alle due opere di Iacopo Cestaro (1718-1778): "San
Filippo infrange l'idolo" e "Il martirio di San Giacomo"
ispirate al Solimena e al De Mura, ma attente alla pittura romana.
Le STAZIONI DELLA VIA CRUCIS
(Chiesa di
San Nicola di Bari, 1844)
Scandiscono il percorso della navata e si impongono per la cromia vivace
e brillante e per l'impegno nell'articolazione compositiva e formale.
Esse costituiscono un interessante esempio di pittura devozionale, la
cui diffusione viene sollecitata nel corso del XIX secolo dalla Chiesa
nell'ambito del programma di rinnovata religiosità e di riavvicinamento
alla comunità dei credenti.
Il cammino della Croce diventa strumento di Salvezza e di
riconciliazione dell'uomo con Dio. La settima stazione è un rifacimento
dell'artista Rocco Olivo Castracane.
Alessandro Sabatini
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