RIF. COMUNISTA - Villa Santa Maria, Patria di San Francesco Caracciolo

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RIF. COMUNISTA

LA POLITICA



Sintesi intervento di Claudia Rancati al Comitato Politico Nazionale del PRC del 5 gennaio 2013.


In vista delle elezioni politiche 2013, come compagni della terza mozione, abbiamo avanzato proposte finalizzate a coniugare le esigenze del piano elettoralistico con la necessità strategica di ricostruire un più ampio schieramento anticapitalista, in grado di ridare voce ai lavoratori e a tutti gli altri soggetti sociali colpiti dalla crisi.
E’ nostra intenzione su questo terreno concreto, contribuire a riprendere il percorso della rifondazione comunista, superare la frammentazione che indebolisce il fronte di classe e ricostruire un riferimento comunista plurale e coerente, essenziale per rendere concreto il rilancio di una adeguata opposizione di classe, verso una reale alternativa di sistema alla società capitalistica.
Tali proposte che non richiamo per la brevità del tempo a disposizione sono contenute anche nell’ultimo documento presentato allo scorso Comitato Politico Nazionale.
Nella situazione data, in conseguenza anche dei ritardi del partito, i continui ondeggiamenti su proposte di “Alleanza Democratica”, (peraltro ancora in campo attraverso intese locali con il PD) e le operazioni politiciste come la FdS, abbiamo perso tempo prezioso e demotivato ampi settori del nostro corpo militante.
Tant’è che oggi ci troviamo la proposta di lista “Rivoluzione Civile-Ingroia”, che, per come si è andata
delineando, nonostante risulti collocata a sinistra del PD, non può rispondere evidentemente ed oggettivamente alle caratteristiche da noi evidenziate come necessarie per costruire un ampio fronte elettorale.
Ciò accade, oltre che per il centrale ed eccessivo ruolo del candidato-premier (anche nel simbolo), fatto estraneo al nostro costume e al carattere della nostra motivazione strategica, per le modalità di costruzione della lista stessa e per il suo profilo generale programmatico che risulta insufficiente di fronte alla gravità della fase.
Le ambiguità sono molte ed i rischi altrettanti.
Per questo, nel tornare ad esprimere un dissenso generale per come si è giunti a questa situazione, voglio utilizzare il tempo a mia disposizione per proporre cosa è necessario fare ora.
Oltre a lavorare per spingere con determinazione, tentando di qualificare il più possibile l’aspetto programmatico della lista in senso anticapitalista e alternativo di società, è necessario che il partito si attrezzi affinchè non si determinino in futuro sbocchi fatalmente contradditori con la nostra impostazione strategica.
Dobbiamo lavorare per salvaguardare l’autonomia del PRC, considerando che nello scenario del dopo elezioni, potrebbero prevalere all’interno della coalizione spinte e motivazioni non realmente autonome dal Centrosinistra, ma collocate su di un piano di subalternità strategica ai suoi indirizzi di fondo.
Anche in considerazione di ciò, è fondamentale che Rifondazione Comunista mantenga una sua autonomia e visibilità all’interno della coalizione, anche attraverso la candidatura del Segretario nazionale, da noi proposta già nello scorso CPN.
Il problema dei continui rischi della perdita di autonomia culturale, oltre che organizzativa e politica riguarda il Partito a tutti i livelli, e può portare ad errori gravissimi, come recentemente accaduto in Veneto, dove i nostri hanno preso alcune posizioni che alimentano confusione tra i valori della nostra storia, fondata sul rispetto delle identità culturali territoriali, ed i dis-valori delle formazioni dell’indipendentismo secessionista e la loro sub-cultura fondata sull’intolleranza e sull’egoismo sociale.
Sono segnali che rivelano quanto sia necessario e urgente in questa fase difendere l’ autonomia del partito, lavorando nella realtà concreta dei territori per una sua crescita a tutti i livelli, che può avvenire solo facendo vivere la sua democrazia interna, il continuo confronto con il piano delle lotte e superando le viziature verticistiche ed istituzionaliste.
E’ necessario, inoltre, impegnarsi concretamente per la ricomposizione di un ampio schieramento sociale e politico anticapitalista, indipendente ed alternativo al centrosinistra, una necessità su cui, dopo le elezioni, comunque finisca, è necessario tornare.
Occorre tornarci perché,oltre alle necessità per l’immediato per il PRC, restino centrali la continuità di riferimento comunista organizzato, la sua autonomia programmatica e progettuale, il suo impegno dal basso per la ricomposizione pluralistica della “diaspora comunista” e il confronto su ruolo, collocazione e orientamento alternativo del partito.
E’ proprio a questa motivazione prioritaria che noi continuiamo a guardare e ad essa ancoriamo -fermi restando molti dissensi di merito e di metodo rispetto all’epilogo del percorso aggregativo della lista- il nostro impegno per il futuro, perché cresca nel partito e non solo la consapevolezza dei rischi delle attuali contraddizioni e della centralità del percorso rifondativo, strada obbligata per l’alternativa di sistema.





 
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